11 Dic UTILIZZO FRAUDOLENTO DELLE RICHIESTE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE (Gazzetta Tributaria n.134/2023)
134 – Tentativi di phishing utilizzando simboli e richiami falsi, che sfruttano, probabilmente, il timore reverenziale nei confronti del Fisco!
I truffatori informatici sono alla ricerca di tutte le possibilità per carpire dati, codici e accessi dei privati cittadini, e ultimamente hanno cercato di coinvolgere sia l’Agenzia delle Entrate che la Procura Generale della Repubblica di Milano contando sul timore reverenziale che generalmente accompagna tali istituzioni, per altro ignorando che la Procura Generale opera in secondo livello, mentre l’azione diretta è della Procura della Repubblica!
Fisco Oggi del 1 dicembre riporta la notizia che vengono diffuse false comunicazioni, che richiedono una risposta, sulle presunta incongruenza tra il dichiarato e presunte informazioni in possesso delle “autorità”.
Per incutere timore al destinatario il messaggio, che per altro si rivolge al contribuente dandogli del Tu, riporta una presunta comunicazione della Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Milano, dr.ssa Francesca Nanni che avrebbe il tempo di invitare i contribuenti a segnalare non si comprende che cosa all’Agenzia delle Entrate, dato che vi sarebbero state informazioni su presunte omissioni dichiarative.
Il messaggio, che oltre tutto utilizza per la trasmissione un indirizzo ordinario:…@gmail.com, e non quello istituzionale dell’Agenzia, è scritto in modo sgrammaticato, a volte confuso e con errori lessicali, e siamo certi che la dr.ssa Nanni, quale interprete del diritto, non si abbasserebbe mai a scrivere, in modo sbrigativo e intimidatorio, la distinzione, tra le sanzioni, tra la MULTA e la DETENZIONE!
Anche la Gazzetta Tributaria, che spesso cerca di privilegiare le posizioni dei contribuente, non può non unirsi al coro di quanti raccomandano, sempre e comunque, di diffidare da insolite richieste che si travestono nei modi più curiosi; al limite chiedete consiglio!
E’ comunque la prima volta che vediamo citata, con nome e cognome del titolare, la Procura Generale della Repubblica di Milano, forse contando sul fatto che quando si entra nella materia penale il privato cittadino è investito di un certo timore dell’ignoto.
E’ evidente che questi truffatori si basano sul difficile rapporto, spesso conflittuale tra Contribuente e Amministrazione e se si trovasse il modo di realizzare quel principio di collaborazione e buona fede che un quarto di secolo fa proponeva lo Statuo del Contribuente (art.10), anche questi truffatori di mezza tacca non avrebbero spazio per agire, dato che sarebbe ancora più palese che la Procura Generale non può invitare chicchessia a rispondere alla un presunta lettera dell’Agenzia delle Entrate!
Vi è sempre nuova materia da mettere in lavorazione nell’attuazione della riforma che verrà e speriamo in bene.
Gazzetta Tributaria 134, 11/12/2023
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