UNA GIORNATA PARTICOLARE ……. E FISCALMENTE STRAVAGANTE! (Gazzetta Tributaria n.165/2024)

UNA GIORNATA PARTICOLARE ……. E FISCALMENTE STRAVAGANTE! (Gazzetta Tributaria n.165/2024)

165 – Il 4 dicembre 2024 può esser ricordato per la concomitanza di due eventi: le nuove lettere di sollecito verso il CPB e il principio della capacità contributiva applicato al peculato!

 

Senza scomodare Ettore Scola e il suo bellissimo film: “UNA GIORNATA PARTICOLARE” – 1977, nasceva l’IRPEF! – il 4 dicembre 2024 può essere ricordato per due situazioni veramente eccezionali.

Cominciamo dalla seconda, la sentenza della Corte di Cassazione Penale n. 44311, pubblicata quel giorno, che stabilisce che i proventi da reato (peculato nel caso di specie) sono redditi da annoverare nei redditi diversi e quindi sono imponibili e devono essere dichiarati nella dichiarazione annuale.

La mancanza della dichiarazione di reddito nella dichiarazione dell’anno di incasso comporta il reato di dichiarazione infedele (o omessa, a seconda dei casi) con l’applicazione dell’art.4 del D.Lgs.74/2000 (da due a quattro anni di reclusione) ed a nulla è valsa la difesa dell’imputato che ha insistito per la conseguenza necessaria dell’avere ricevuto il provento per una fattispecie già punita dal reato maggiore (peculato).

I Giudici del Supremo Collegio hanno addirittura citato l’art.53 della Costituzione (capacità contributiva) per riportare il provento del reato nella categoria dei redditi imponibili, e sanzionare quindi con la norma penale specifica l’omessa dichiarazione di tale “reddito”, anche se ad un modesto interprete di norme appare difficile comprendere come possa il provento del reato ad obbligare il cittadino a contribuire al sostentamento del paese: vuol forse dire (come fanno tanti) che anche l’Italia si regge su di una parte di proventi “opachi o sommersi?”

Oltre tutto generalmente il provento del reato viene sottoposto a sequestro preordinato alla successiva confisca: come può esser confiscato un provento su cui sono anche state pagate le imposte? oppure, come possono essere richieste le imposte su di un provento che sarà sequestrato e confiscato, non entrando quindi nella disponibilità del “colpevole”?

Ed ecco la seconda particolarità.

Dato che l’Agenzia delle Entrate considera i contribuenti tutti colpevoli latenti è stato varato il Concordato Preventivo Biennale (CPB) che rappresenta la dichiarazione di pagare per il 2024 e 2025 le imposte dirette su un certo incremento (prefissato) di reddito.

Proprio l’andamento generale dell’economia e l’obbligo di aumentare l’imponibile a priori hanno accompagnato il CPB verso un’adesione a essere ottimisti molto tiepida(!) ed ecco che il 4 dicembre vengono diffuse le lettere di stimolo che l’Agenzia delle Entrate manda ai contribuenti riottosi per segnalare che quel certo soggetto per l’anno 2023 ha dichiarato un reddito inferiore a quello medio dei dipendenti nello stesso settore e quindi potrebbe essere verificato (!)

Certamente una esagerazione di scarso appeal, perché in ogni caso il 2023 non rientra tra i redditi definibili comunque; perché per i lavoratori autonomi non vi sono i dipendenti che lavorano nello stesso settore; perché nei livelli di reddito di lavoro dipendente tra la qualifica di dirigente e quella di impiegato di quarto livello possono sussistere differenze di anche 50 volte, e qual è il livello che conta per il confronto?

E’ l’ennesima, indiretta confessione che l’Agenzia non è in grado di controllare tutte le anomalie e quindi conta sul pentimento del contribuente, magari incolpevole ma che privilegia la tranquillità.

Tutto è avvenuto il 4 dicembre, e definirla una giornata fiscalmente particolar è probabilmente riduttivo!

 

Gazzetta Tributaria 165, 05/12/2024

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