22 Mar SANATORIA IRREGOLARITA’ FORMALI: MARTIN LUTERO E LA CHIESA LUTERANA (Gazzetta Tributaria n.36/2023)
36-La scadenza di marzo sulla sanatoria ricorda le problematiche della “vendita delle indulgenze” che sconquassò l’Europa medioevale.
Il 31 marzo 2023 scade la possibilità di accedere alla sanatoria delle irregolarità formali ex art.1 commi 166 segg. della legge 197/2022, sanatoria che si consegue con il versamento di € 200 (anche a rate) per ciascun anno d’imposta da sanare.
Questa sanatoria segue di tre anni quella disposta dal D.L. 119/2018, art.9, che ebbe efficacia sino al 2018.
Il legislatore non ha fatto un grande sforzo nel 2022, dato che la norma attuale ripete pedissequamente quella per l’anno 2019: stesso importo, 200 euro/anno; simili modalità di versamento, ora in due anni, allora in nove mesi; stesse modalità: effettuare il versamento e rimuovere (!) le irregolarità: con sano realismo la circolare n.11/2019 commentando la precedente norma specifica che le modalità di applicazione del beneficio debbono prevedere la: “rimozione, laddove possibile, delle irregolarità od omissioni” (pag.12).
La storia di Europa è stata certamente stravolta nella metà dello scorso millennio dalla contrapposizione tra Martin Lutero e la Chiesa di Roma, dovuta anche allo “scandalo” della vendita delle indulgenze che erano prassi diffusa presso la Curia: con generose donazioni i ricchi peccatori “acquistavano” il perdono plenario e avevano garantito, quando fosse stato il momento, un posto in Paradiso; avverso tale costume, poco commendevole si scagliò con decisione Martin Lutero, tanto che la lotta tra le chiese si concluse con la nascita della Chiesa Luterana, contrapposta in tanti argomenti teologici a quella di Roma.
Novelli Lutero anche noi crediamo che la sostenibilità di un sistema legale, e specificamente tributario si debba basare su chiarezza di comportamenti e coerenza nei rapporti causa/effetto e non sui costosi perdoni.
Un sistema che nell’arco di tre anni propone due volte “la vendita delle indulgenze” senza neppure richiedere la dichiarazione di che cosa è stato sbagliato (tanto qualche errore è stato sicuramente fatto!) ricorda quel mondo contro cui si scagliò Lutero: fare cassa diviene un tale imperativo che permette di scavalcare la ricerca dell’errore e la conseguente sanzione.
Ma in questo modo viene incrinata la credibilità di tutto il sistema: da un lato sanzioni tributarie spropositate che sono il primo oggetto dell’annunciata riforma; un rifiuto ingiustificato di dialogo tanto che anche la Corte Costituzionale è dovuta intervenire per richiamare il legislatore ad una integrazione – vedi prossima Gazzetta Tributaria, dall’altro lato un perdono a pioggia, che tutti azionano perché non si sa mai.
Rimane il dubbio, ma a forza di ripeterlo perde di efficacia, di come tali comportamenti siano compatibili con i principi di Buona Fede e Collaborazione che richiede lo Statuto del Contribuente, ma forse questa è un’altra scena.
In ogni caso, per non rischiare, ricordiamo il 31 marzo!
Gazzetta Tributaria 36, 22/03/2023
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