PAGARE LE TASSE È UNA COSA …. COMPLICATISSIMA! (Gazzetta Tributaria n.123/2024)

PAGARE LE TASSE È UNA COSA …. COMPLICATISSIMA! (Gazzetta Tributaria n.123/2024)

123 – Le continue modifiche al decreto sulla riscossione rendono confuso lo scenario delle modalità di pagamento.

  

Vent’anni fa l’allora Ministro delle Finanze Padoa Schioppa affermò pubblicamente, a titolo di provocazione, che le tasse sono una cosa bellissima (Gazzetta Tributaria n.88/2023).

Mentre non commentiamo l’aspetto “estetico” dobbiamo sottolineare come pagare le tasse a volte è di per se una fatica improba; a metà agosto è stato pubblicato l’ennesimo decreto (Dlgs.110/2024) sul riordino della riscossione che nuovamente interviene nel complesso mondo delle iscrizioni a ruolo e attività di esazione.

Senza annoiare i lettori con particolari tecnici richiamiamo l’attenzione su due risvolti specifici: impugnazione della cartella “sconosciuta” e pagamento rateale.

Il primo aspetto è significativo di una ingiustificata presunzione di infallibilità dell’operato della Riscossione, molto spesso smentita dai fatti.

Abbiamo ricordato ieri come vi siano problematiche formali sulla notifica degli atti, comprese le cartelle di pagamento: è capitato e tuttora capita, che il contribuente venga a conoscenza anni dopo dell’esistenza di una cartella a lui sconosciuta per errata notifica ma che formalmente appare scaduta e di cui si ha notizia chiedendo un estratto di ruolo che riepiloga l’intera posizione.

A fine dell’anno 2021 venne introdotta nel decreto sulla riscossione una norma che vieta la generica impugnativa dell’estratto di ruolo, quello che rivela le cartelle sconosciute, tranne in specifici, limitatissimi casi, presumendo quindi legittime tutte le cartelle non tempestivamente impegnate.

Dopo la levata di scudi sulla ingiustizia così perpetrata vi sono state una serie di adeguamenti e rettifiche su tale norma, e ancora ad agosto 2024 sono state operate aperture verso sempre maggiori possibilità di impugnativa: anche il legislatore ha dovuto accorgersi che non è vero che quello che fa l’Agenzia è sempre esatto, e vi sono situazioni di oggettivi errori e omissioni.

Dopo la presa di posizione del 2021 – divieto di impugnativa dell’estratto di ruolo – ora le maglie sono ben più larghe, con tre anni di fatiche e di impegno professionale.

Ancora.

Anche se bellissimo, pagare le tasse richiede una disponibilità finanziaria spesso non immediatamente accessibile; ecco che il decreto 110 rimodula le possibilità di rateizzazione dei carichi tributari, con una sorprendente proiezione futura per cui per lo stesso importo se la dilazione è richiesta ora comporta un certo numero di rate, ma tra due anni le rate saranno di più!

Non è nota la ragione per cui per lo stesso importo (fino a 120mila euro, per esempio) se viene richiesta la rateazione nel 2025 verrà suddiviso in 84 rate mensili; se la rateazione viene richiesta, invece, nel 2029 le rate saranno 108, con un importo unitario quindi minore.

Tra i due estremi vi è una differenza di ben due anni di ripartizione della spesa!

Viene il sospetto (speriamo solo pessimistico!) che il legislatore sappia che tra cinque anni saremo più poveri e quindi fin d’ora preveda rate minori.

Anche queste note ironiche vogliono dimostrare come in ogni caso pagare le tasse è cosa di una complessità astrusa, altro che bellissima, nonostante la visione stimolante di Padoa Schioppa.

 

Gazzetta Tributaria 123, 06/09/2024

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