21 Mag NON C’E’ PACE PER IL CONTRIBUENTE E LE CARTELLE DI PAGAMENTO Il nuovo decreto Sostegni bis dovrebbe rimettere ordine nella turbolenta situazione dei pagamenti delle cartelle. (Gazzetta Tributaria Edizione 29/2021)
29 – Il nuovo decreto Sostegni bis dovrebbe rimettere ordine nella turbolenta situazione dei pagamenti delle cartelle.
Il mese di febbraio 2020 ha visto l’inizio formale di uno dei più tragici e complessi momenti della nostra civiltà del 2000; nei primi di marzo dello stesso anno (DL18/2020) veniva disposta la prima proroga dei pagamenti di cartelle, avvisi bonari, dilazione e rottamazione delle cartelle, che con andamento sussultorio prosegue ancora dopo 15 mesi!
Ricordavamo nella Gazzetta Tributaria n.24/2021 dei primi di maggio che con un “comunicato-legge”, per altro tardivo, il Ministero dell’Economia aveva preannunciato un rinvio dell’ultima scadenza a fine maggio 2021; ora il decreto legge Sostegni-bis (questa volta tempestivamente) formalizza questo rinvio fissando il termine della sospensione al 30 giugno 2021 e quindi il pagamento entro il 31 luglio 2021.
Ripetendo una disposizione già fissata in precedenza si afferma che alla scadenza l’intero debito rinviato deve essere pagato in un’unica soluzione, salva la possibilità di richiedere una apposita dilazione (e sarà certamente opportuno prepararsi, in attesa di un intervento del legislatore, dato che il debito cumulato dovrebbe superare il periodo di grazia di mancato pagamento di dieci rate, e quindi a luglio sarebbero decaduti tutti i provvedimenti di rottamazione e dilazione).
Si comincia a leggere sulla stampa specializzata, e da queste pagine lo ripetiamo da mesi(!) che sarebbe opportuno un intervento legislativo che istituzionalizzi la ripartizione del debito residuo in alcuni anni, per evitare che quell’economia mantenuta in vita con i versamenti con il conta gocce del fondo perduto sia soffocata dal debito pregresso.
La nuova sospensione, naturalmente, riguarda anche i provvedimenti cautelari (pignoramenti, fermo auto ecc.) ma non dovrebbe riguardare, come nel passato, gli accertamenti esecutivi (anche se sino ad ora questa differenza non è stata significativamente azionata.)
Questa situazione di attesa con rinvii frazionari del debito corrente non ha nulla a che vedere con la preannunciata “rottamazione a zero” delle cartelle ante 2010 di importo inferiore a 5.000 euro.
Tale norma, che dovrebbe riguardare vecchie partite probabilmente già di fatto abbandonate è stata definitivamente approvata nel decreto “Sostegni 1” ma attende il decreto del MEF per diventare esecutiva; potrebbe interessare ipotesi di vecchie cartelle ricomprese in piani di rateizzazione, e si rivolge a debitori che abbiano avuto un reddito 2019 inferiore a 30.000 euro; attendiamo il necessario decreto di attuazione per sviluppare l’approfondimento di questa normativa che assomiglia ad un tentativo di imbellettare vecchie signore!
In ogni caso dobbiamo sottolineare come “non vi sia pace per il contribuente”, anche con la minaccia sbandierata da mesi della notifica di circa 50 milioni di atti attualmente “congelati”.
Gazzetta 29, 21/05/2021
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