09 Ott LA SAGGEZZA DELLA NONNA E I COPERCHI DEL DIAVOLO! (Gazzetta Tributaria n.109/2023)
109 – Quando le modifiche normative dimenticano aspetti di pratica attualità.
Ai tempi dell’infanzia (ben lontana!) per raccomandare il comportamento lineare e corretto la nonna ricordava: “Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi!” per sottolineare la necessità di un comportamento trasparente ma soprattutto omnicomprensivo.
Il ricordo d’infanzia evidentemente non ha perso di attualità se valutiamo la problematica del recupero dell’eventuale acconto IRAP 2022 versato ma non dovuto e la scomparsa dell’imposta per gli imprenditori individuali (speriamo che gli autonomi siano stati più accorti, altrimenti vale anche per loro).
Se il nostro contribuente individuale a novembre 2022 ha versato l’acconto IRAP, per errore o mancanza di informazioni, non essendo più soggetto all’imposta dal 2022 si trova con un importo versato ma non dovuto da recuperare.
La normale attenzione suggerisce di utilizzarlo in compensazione con altri importi da versare, nel corso del 2023, ma tale logica conclusione trova l’ostacolo, insormontabile, della scomparsa della dichiarazione IRAP 2023, che non può essere presentata da chi non è soggetto all’imposta e quindi manca la certificazione del credito.
Il divieto della dichiarazione per i soggetti esclusi crea un balletto surreale di interpretazioni che cercano, nel silenzio dell’Agenzia, di sopperire al “coperchio” mancante.
Ecco che, sentendosi chiamata in causa, l’Agenzia suggerisce di forzare la dichiarazione IRPEF (quadro RX) indicando il credito da dichiarazione precedente IRAP con il codice di versamento proprio dell’IRAP – e immaginiamo la valanga di scarti della dichiarazione per incongruenza del codice.
Un commentatore esperto del mondo formale tributario suggerisce, nel Quotidiano del 9 ottobre 2023, di provare a avviare una procedura CIVIS per variare il codice versamento di quell’F24 che aveva recepito l’acconto indebito, chiedendo di poter indicare, in correzione, un codice di versamento IRPEF, – come a dire che il nostro contribuente svagato aveva versato nel 2022 un importo per nulla dovuto come IRPEF, ma che comunque era stato pagato!
E tutto perché quando è stata abolita l’IRAP sul lavoro individuale autonomo non si è previsto di poter presentare una dichiarazione facoltativa per regolare crediti ed eventuali residui.
Certamente l’Agenzia (e principalmente la SOGEI che cura l’informatica) non sono il diavolo, ma in fatto di coperchi forse hanno ancora da imparare.
E purtroppo la vittima è il povero contribuente che per riscuotere un credito – per imposta già versata ma non più dovuta – deve percorrere una strada quanto meno insolita ed a volte impervia.
Forse la nonna aveva ragione: guai a non prevedere tutto e cercare scorciatoie!
Gazzetta Tributaria 109, 09/10/2023
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