IL GIOCO DELLE PARTI: LEGIFERARE NON È ACCERTARE. (Gazzetta Tributaria n.72/2023)

IL GIOCO DELLE PARTI: LEGIFERARE NON È ACCERTARE. (Gazzetta Tributaria n.72/2023)

72 – Un deciso richiamo della Cassazione alle “invasioni di campo” dell’Agenzia che pretende di farsi in autonomia le norme.

 A volte anche il Supremo Consesso Giudiziario perde la pazienza e formula bruschi richiami alle funzioni ed alle limitazioni dell’autonomia delle parti nel processo.

L’ultima espressione in tal senso è riportato dall’ordinanza n. 14923 del 29/05/2023 che risolve a favore del contribuente un problema di ritenute sul rimborso delle spese per accesso ai luoghi di lavoro (medico ambulatoriale comandato dalla ASL a gestire vari ambulatori dislocati in comuni diversi).

Dopo una sentenza di primo grado sfavorevole in sede di appello il contribuente otteneva ragione, e ricorreva in Cassazione l’Agenzia delle Entrate affermando che la sentenza di secondo grado era errata in quanto vi erano circolari dell’Agenzia di parere contrario, dichiarando imponibili i rimborsi spese per l’accesso ai luoghi di lavoro.

Non solo la Cassazione, con l’ordinanza in oggetto, ha dato torto all’Agenzia, ma verso la fine della motivazione presenta una affermazione lapidaria: “Va poi ricordato il principio più volte ribadito per cui i documenti di prassi dell’Agenzia delle Entrate non costituiscono fonti del diritto (cfr. Cass. N. 5799/20)”.

Effettivamente una ricerca anche affrettata produce una impressionante quantità di pronunce in tal senso, ma è la tassatività dell’ultima affermazione che merita sottolineatura.

E’ troppo facile, ed autoreferenziale, giustificare un avviso di accertamento sulla base di una circolare (o simili) che promana dallo stesso ente che ha emesso l’accertamento.

L’unico principio che deve essere a base dell’attività dell’Agenzia (delle Entrate nel testo, ma anche delle Dogane o della Riscossione certamente) è la norma di legge, e se eventuali interventi possono risultare obbligatori per gli organi dell’Agenzia, nell’ambito del potere gerarchico di regolamentare il lavoro, non assurgeranno mai alla dignità di fonte del diritto.

A volte c’è bisogno di richiamare questo che pare un principio ovvio, ma trascurato: Pirandello nella sua famosa commedia che dà il titolo a questa nota distingue bene tra i ruoli e le funzioni dei protagonisti (anche se quella essendo una questione di corna e di onore ha tratti più chiari!), ma anche nel nostro ambito tributario debbo essere ben delineati i relativi compiti: l’Art.10 del D.Lgs.546/92 identifica le “parti” nel processo tributario senza lasciare adito a dubbi, e come ricorda la Cassazione una parte non può diventare anche autore di principi di diritto!

Le regole devono essere stabilite da un terzo sovrastante, e l’Agenzia rientra nel novero delle funzioni della Pubblica Amministrazione cui l’art.97 della Costituzione attribuisce la soggezione alla legge.

Ma la legge non può essere autoprodotta: il gioco delle parti ha altre regole.

Gazzetta Tributaria 72, 28/06/2023

 

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