03 Giu GUADAGNARE UN 10% IN PIU’GRAZIE AL FISCO? (Gazzetta Tributaria n.71/2024)
71 – Ricordiamo che la rivalutazione onerosa di terreni e partecipazioni vale anche per titoli e quote negoziati in mercati regolamentati e che la scadenza (?) è al 30 giugno 2024.
La cometa di HALLEY si ripresenta con una certa frequenza prevedibile nei nostri cieli; la rivalutazione di terreni e quote da vent’anni è una riproposizione ciclica inderogabile e tra poco vi sarà l’ennesimo passaggio!
Infatti è dal 2002 che viene proposta la possibilità di rivalutare il valore fiscale di titoli e partecipazioni, pagando un’imposta sostitutiva la cui percentuale è andata variando nel tempo (sempre al rialzo!).
Ma da pochi anni la rivalutazione può essere estesa anche ai titoli quotati.
Negli ultimi tempi, complice una certa stasi dell’inflazione, l’appeal di tale agevolazione appariva appannato, ma ora, considerando anche l’andamento molto positivo dei corsi di borsa degli ultimi 12 mesi forse la rivalutazione potrebbe avere nuovo interesse anche per il comune risparmiatore.
Intendiamo rivolgerci ai possessori di titoli quotati e negoziati in mercati regolamentati che abbiano maturato una significativa plusvalenza negli ultimi mesi (non sono infrequenti i casi di titoli che hanno più che raddoppiati di valore).
Il realizzo di tale utile da parte di un privato risparmiatore è soggetto ad una imposta sostitutiva del 26% sulla plusvalenza realizzata (differenza tra costo e ricavo).
Invece la rivalutazione dei titoli quotati posseduti al 31 dicembre 2023 comporta una imposta sostitutiva di rivalutazione del 16% sull’intero valore rivalutato.
E’ chiaro che se un titolo è cresciuto del 300% – costo 100 valore 400 -conviene pagare il 16% sull’intero valore (pari a 64) piuttosto che il 26% sull’utile di 300 (pari a 78).
Sono considerazioni di arbitraggio fiscale che in caso di grandi patrimoni con una buona componete di titoli quotati (anche i BOT e CCT sono quotati, e talune emissioni hanno guadagnato tanto!) è necessario fare, con urgenza perché la scadenza della rivalutazione è il 30 giugno 2024.
Non sarà molto diffuso, ma certamente un caso che può trarre grandi benefici dalla rivalutazione è quando le quote o azioni sono state ereditate, a costo pressoché zero molti anni fa ed oggi sono molto apprezzate.
Per altro visto che sono più di vent’anni che la rivalutazione viene presentata puntualmente non è da escludere che anche in futuro una agevolazione siffatta possa tornare nei cieli fiscali italiani.
Ma forse in alcuni casi è meglio non fidarsi di proroghe e ripensamenti!
Anche perché si levano voci che vogliono considerare vietate le pratiche di arbitraggio fiscale con vantaggio per il contribuente, come fusioni, operazioni societarie e, perché no, rivalutazioni.
Ricordiamo che è necessaria, dati taluni adempimenti formali complessi, l’assistenza di un buon professionista per sfruttare queste possibilità di risparmio fiscale che deve essere usufruito entro il 30 giugno 2024, anche se il pagamento può essere rateale.
Gazzetta Tributaria 71, 03/06/2024
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