11 Apr GLI INDIRIZZI DIGITALI E LA CONFUSIONE (Gazzetta Tributaria n. 67/2025)
67 – Cresce il numero di PEC che devono essere attivate dal cittadino
La digitalizzazione fa passi da gigante e occupa sempre più spazi nella “normale” operatività del cittadino.
E’ di pochi giorni fa l’attivazione del servizio del “domicilio digitale” per privati, un indirizzo PEC da comunicare all’Agenzia delle Entrate che servirà per i “privati” per ricevere notificazioni e atti tributari, oltre ad altre informazioni.
Questo indirizzo PEC (per ora facoltativo) deve essere diverso da quello obbligatorio per le imprese e i professionisti iscritti in albi che dovranno, per legge, avere un indirizzo già inserito nell’Indice Nazionale PEC (Ini-Pec).
Quindi imprese e professionisti “ordinistici” devono avere un indirizzo PEC pubblico; gli amministratori i società devono aver un indirizzo PEC diverso da quello della società e inserito nel Registro Imprese della società; i professionisti “ordinistici” debbono avere un indirizzo PEC riportato nei registri dell’Ordine; gli altri soggetti possono dotarsi di un indirizzo PEC per la notifica degli atti fiscali.
Questo indirizzo sarà conosciuto solo dall’Agenzia, non sarà l’ordinario indirizzo e-mail per la corrispondenza quotidiana e non sarà una chat!
Il povero cittadino è condannato a stare allo schermo del computer, temendo ogni momento che arrivi un accertamento o una cartella: e se manca la corrente?
Ogni cittadino, poi, sarà bene che si doti di una stampante.
Oltre tutto deve essere prestata la massima attenzione alla manutenzione del sito, perché se questo risulta saturo, dopo il secondo tentativo di notifica con un intervallo di almeno sette giorni, la comunicazione si intende effettuata con il deposito presso Info Camere e di tutto questo il destinatario sarà informato solo con una raccomandata (ma deve andare a cercare l’atto!).
La GAZZETTA TRIBUTARIA aveva già segnalato la confusione nel numero 44/2025 ed ora il problema ritorna con l’invito, palese, ai contribuenti di dotarsi di domicilio digitale.
Certamente questo potrebbe alleggerire l’attività dell’Agenzia, che predispone solo file, ma trasferisce sul privato una serie di oneri e attenzioni a cui buona parte della popolazione non è ancora pronta.
Meglio, per adesso, l’indirizzo fisico e il postino che magari suona sempre due volte!
Gazzetta Tributaria 67, 11/04/2025
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