EINSTEIN E L’ AGENZIA DELLE ENTRATE (Gazzetta Tributaria n.168/2024)

EINSTEIN E L’ AGENZIA DELLE ENTRATE (Gazzetta Tributaria n.168/2024)

168 – Una versione particolare della teoria della relatività.

 

La GAZZETTA TRIBUTARIA non vuole essere solo un organo tecnico di interpretazione del complesso mondo delle norme tributarie, ma anche uno spazio di commento (magari ironico e dissacrante) del difficile rapporto tra la quotidianità normale del cittadino e quel mondo astratto del burocrate.

Ecco la ragione di questo commento che stigmatizza la trascuratezza che traspare dal periodico ufficiale dell’Agenzia delle Entrate (FISCO OGGI) nei confronti delle normali scadenze della vita quotidiana.

Più di un secolo fa il mondo scientifico, e non solo, venne sconvolto dall’affermazione di uno studioso svizzero/tedesco/americano di nome Albert Einstein che affermò, tra l’altro, come non esistesse una misura assoluta del tempo, ma che questo era variabile in relazione ad altri parametri (la famosa teoria della relatività, e ci perdonino gli scienziati della grossolana semplificazione!); da allora tutto il mondo ha avuto una accelerazione nelle innovazioni.

Probabilmente questo nuovo dogma della relatività del tempo è connaturato allo spirito dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate, che concepiscono il tempo in un modo loro proprio.

Nel Numero di FISCO OGGI; che si legge dall’11 dicembre 2024, compare un commento sulla puntualità dell’Agenzia che propone talune interpretazioni relative al Concordato Preventivo Biennale, che ha come termine di scadenza il 12 dicembre 2024.

Evidentemente non può che essere una interpretazione della relatività applicata al mondo tributario; il sottotitolo che arriva ad affermare che una spiegazione è puntuale se comunicata 24 ore prima della scadenza ci offre la relatività del terzo millennio.

Dimentichiamo quell’arnese, forse desueto, dello Statuto dei Diritti del Contribuente che all’art.6 prevede che informazioni, modelli e simili siano messi a disposizione del Contribuente almeno 60 giorni prima della scadenza, si tratta di un termine relativo e Einstein ci insegna che può dilatarsi o restringersi a seconda della relazione con la velocità; dato che è ben noto (!) che i burocrati fiscali fanno  a gara con i bradipi per le dimensioni dello “scatto” può darsi che i sessanta giorni dello Statuto possano ridursi a 60 ore, e forse meno.

L’interpretazione è evidentemente relativa, e questo consente al redattore di FISCO OGGI di affermare che un’informazione diffusa il giorno prima della scadenza è puntuale.

Sconcertati non ci resta che sperare che questa relatività sia parimenti applicata anche alle altre scadenze che riguardano il contribuente, che già fatica di suo nel rispettare la “normale” scansione del tempo.

E chissà se anche l’Agenzia Riscossione ha studiato la fisica di Einstein? Lì si che vi sarebbe bisogno di termini variabili e tempo dilatato!

 

Gazzetta Tributaria 168, 11/12/2024

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.