– E’DIFFICILE FARE INSIEME L’ARBITRO E IL GIOCATORE (Gazzetta Tributaria n.18/2023)

– E’DIFFICILE FARE INSIEME L’ARBITRO E IL GIOCATORE (Gazzetta Tributaria n.18/2023)

18 – Taluni commenti su Ruolo dell’Agenzia delle Entrate, alla luce di alcuni elementi recenti.

 

Come un ritornello, speriamo non usurato, da queste colonne si cita, e talvolta si rimpiange, la formulazione dell’art.10 della legge 212/2000, lo Statuto del Contribuente, ma un assist formidabile è dato dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 957 del 13 gennaio 2023 con cui i Supremi Giudici bacchettano con decisione l’Agenzia perché il suo comportamento, censurato, rappresenta “una plateale violazione dei principi di lealtà e buona fede, oltre che di piena e leale  collaborazione tra contribuente e Fisco”

Insomma, l’Agenzia cerca di violare a suo favore la legge!

La causa di tanta severità è stato un processo di verifica poi concluso con un accertamento in cui l’Agenzia aveva concordato il differimento della produzione di documenti bancari ma poi aveva contestato che tali documenti, prodotti dopo il termine iniziale, potessero essere utilizzati nella difesa come tardivi.

Per i tecnici segnaliamo che si tratta di una complessa sentenza in un caso di revocazione, e non si devono annoiare i lettori con particolari esclusivamente professionali, ma la frase riportata è invece emblematica di una presa di posizione etica dei Supremi Giudici.

 

 

Se la collaborazione tra amministrazione e cittadino funziona anche la macchina fiscale procede spedita, e si potrebbe, nel tempo, giungere a quella coscienza civica che fa considerare l’obbligo fiscale come un dovere/diritto e non già come una guerra tra gatto e topo!

In molti paesi europei le verifiche fiscali anche in presenza, vengono preventivamente concordate tra amministrazione e contribuente, con comune identificazione della data e con precisa indicazione di quali elementi verificare e approfondire; altro che l’apertura coatta di borse e plichi come previsto dal nostro decreto sull’accertamento (art33/600) e dal decreto IVA (art.57/633).

Ma quanto ipotizzato è forse utopia, dato che l’Agenzia delle Entrate si considera principalmente giocatore avversario e non già arbitro della necessità di civile convivenza!

In questo aiutata da talune imprecisioni del legislatore che anche con la legge di bilancio 2023 (legge 197/2022) in tema di definizione di liti pendenti indulge a favori ingiustificati, come il balzello del pagamento del 5% del valore della controversia per chiudere le pendenze contenziose in cui il contribuente ha vinto in tutti i gradi di giudizio e l’Agenzia ha ricorso in Cassazione.

E sembra che tale balzello sia applicabile anche alla cancellazione alle controversie di sole sanzioni, già annullate nei due gradi di merito (attendiamo un chiarimento su questa assurda pretesa).

Insomma, l’arbitro ha un alone di imparzialità che mal si sposa con l’agone agonistico del giocatore; contemporaneamente le due funzioni non possono convivere!

 

Gazzetta Tributaria 18, 06/02/2023

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