CONTRADDITORIO PREVENTIVO O INFORMATIVA SUCCESSIVA: QUANDO MANCA IL DIALOGO È UN DISASTRO! (Gazzetta Tributaria n.87/2024)

CONTRADDITORIO PREVENTIVO O INFORMATIVA SUCCESSIVA: QUANDO MANCA IL DIALOGO È UN DISASTRO! (Gazzetta Tributaria n.87/2024)

87 – Più volte si è segnalata la necessità del confronto continuo con l’Agenzia delle Entrate, e non solo in via preventiva!

  

La innaturale ritrosia dell’Agenzia delle Entrate a dialogare, non solo con il contribuente ma come vedremo anche con altre pubbliche strutture complica i rapporti e indispettisce i contribuenti, chiamati a sopperire all’inerzia degli Uffici.

Il caso più eclatante si sta presentando in questo periodo, quando da un lato l’Agenzia delle Entrate Riscossione, sia per motivi di cassa che per compito istituzionale sta rimettendo in azione tutte le procedure riguardanti quella immane massa di cartelle che costituisce il suo “magazzino” – si tratta di una montagna di milioni di partite.

Dall’altro lato vari procedimenti hanno consentito al contribuente di chiudere le posizioni pendenti con agevolazioni varie (definizione liti, rottamazione, ecc.).

Quindi quel contribuente che, magari con fatica, sta pagando le rate della definizione di una controversia si sente vessato quando riceve una “intimazione di pagamento” per carichi scoperti relativi a cartelle insolute che hanno come presupposto proprio quella controversia.

E’ colpa della incomunicabilità degli Uffici.

Infatti la definizione delle liti pendenti comporta il pagamento, sia in unica soluzione che a rate, con il Mod. F24 che affluisce direttamente all’Agenzia delle Entrate.

Ma a seguito dell’apertura della lite vi era stata la formazione di un ruolo relativo all’oggetto della controversia (un terzo di quanto richiesto per gli accertamenti, l’intera posta per le rettifiche automatiche ecc.) e questo ruolo è stato trasmesso quale carico all’Agenzia Entrate Riscossione (la vecchia Esattoria, per intenderci).

Altri funzionari, altri Uffici, altre sedi e la necessità di dialogo tra i due enti che si scontra con inerzie o carenze strutturali e non viene coltivata.

Così la Riscossione non sa che quella lite pendente in relazione alla quale è stato emesso un certo ruolo è stata definita, la cartella risulta ancora scoperta, perché i versamenti sono andati direttamente alle Entrate e non “all’esattore”, e viene emesso un atto di ingiunzione per ruoli scoperti.

Preoccupazione, necessità di intervento, il commercialista che viene colpevolizzato per non avere fatto il suo dovere, mentre bastava un dialogo tra gli Uffici pubblici per sgravare quel ruolo originario che non aveva più ragione di essere ed evitare dispendio di energie e tempo.

Ma questo avrebbe comportato uno sforzo di comunicazione, mentre ci rendiamo conto che nel DNA degli Uffici Tributari questo particolare “gene” latita!

Speriamo che la riforma che si sta componendo possa modificare anche queste abitudini negative – basta parlarsi!

 

Gazzetta Tributaria 87, 27/06/2024

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