CONCORDATO PREVENTIVO BIENNALE: UNA VOCE FUORI DAL CORO. (Gazzetta Tributaria n.131/2024)

CONCORDATO PREVENTIVO BIENNALE: UNA VOCE FUORI DAL CORO. (Gazzetta Tributaria n.131/2024)

131 – Alcune considerazioni poco tecniche ma di esperienza professionali su questa “invenzione” del vice ministro Maurizio Leo.

  

Tutti i lettori della Gazzetta Tributaria sono assistiti da valenti professionisti che certamente sapranno aiutarli a scegliere la soluzione migliore in relazione alle opzioni da esercitare entro fine ottobre: concordato preventivo sì o no! 

La Gazzetta Tributaria vuole invece rappresentare le perplessità e le incertezze che tutti, anche i più esperti consulenti, hanno quanto meno in un angolo remoto del cervello, e che magari per convenienza non esprimono.

Il concordato preventivo biennale, che si rivolge ad una ampia platea di contribuenti ma non riguarda i grandi gruppi industriali e commerciali, parte da una “scommessa” sul futuro: negli anni 2025 e 2026 il tuo reddito sarà superiore a quanto realizzato nel 2024.

Una affermazione assoluta, che sembra non valutare gli scenari internazionali, il normale rischio imprenditoriale, l’aleatorietà dei ricavi professionali e così via: il reddito dei due prossimi anni deve essere superiore!

In quest’ottica l’Amministrazione propone di predeterminare il reddito imponibile (incrementato) e invitare il contribuente a pagare, magari con aliquote favorevoli, le imposte, offrendo in cambio una sorta di limbo dai controlli.

E già qui il vostro cronista ricorda antichi echi degli studi universitari, quando si ipotizzava una reale applicazione dell’art.53 della Costituzione in merito alla capacità contributiva individuale.

Questa struttura del concordato preventivo ha ben poco a spartire con quella norma di rango superiore!

Per vincere la naturale incertezza dei contribuenti in relazione alla crescita obbligatoria dell’imponibile nel prossimo biennio (e forse anche nei bienni successivi!) una recentissima intervista del vice ministro Maurizio Leo ha sottolineato come dal prossimo anno la platea fiscale sarà divisa in due: chi ha aderito al concordato sarà “trascurato” mentre chi non aderisce sarà oggetto di una intensificata attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza.

Già vi sono un paio di considerazioni da fare: non è che sino ad ora gli Uffici stiano con le mani in mano, ma sappiamo bene che una attività di controllo viene adeguatamente sviluppata; eppure le verifiche difficilmente raggiungono il 5% dei soggetti potenzialmente a rischio; pensare che con un tocco di bacchetta magica si possa moltiplicare questa capacità operativa appare utopistico, e non dovrebbe aver un effetto traino per convincere gli indecisi!

Inoltre promettere di riservare solo a chi avrà aderito al concordato preventivo eventuali sanatorie agevolate del passato appare certamente discriminante e soggetto a censure giudiziarie.

Sono scenari futuribili, ma ipotizzare quale sarà la crescita del contenzioso a seguito delle applicazioni distorte del concordato biennale presenta aspetti sconcertanti.

La Gazzetta Tributaria spera così di stimolare un dialogo sulle effettive necessità di ammodernamento della macchina fiscale, ma il concordato preventivo biennale non appare la panacea migliore!

 

Gazzetta Tributaria 131, 20/09/2024

 

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