12 Set C’E’ POCO SPAZIO PER LE SCORCIATOIE. (Gazzetta Tributaria n.129/2024)
129 – Viene formalizzata, con nuovi oneri, la possibilità di operare nel campo delle c.d. “locazioni brevi” turistiche.
Si era diffusa la sensazione che vi fosse una sorta di “miniera d’oro” per alcuni cittadini: le locazioni brevi turistiche, con ricavi significativi dall’affitto di un appartamentino, o al limite di una stanza del proprio appartamento, per pochi giorni a turisti o viaggiatori estemporanei.
Il più delle volte l’operazione avveniva senza evidenza fiscale.
Questa scorciatoia si è ristretta, e va scomparendo in quanto vari interventi legislativi hanno regolamentato anche il regime delle locazioni brevi.
Da un lato il contratto deve essere registrato, anche se per la durata di pochi giorni; il corrispettivo deve essere assoggettato a “cedolare secca” che assorbe IRPEF e registro e bollo, con aliquota del 21% per il primo immobile e del 26% se gli immobili sono più d’uno; la disciplina vale solo per le locazioni “pure”, perché se è prevista anche la somministrazione di alimenti e bevande o altro (prima colazione preparata, per esempio, o guida turistica) siamo in presenza di una attività di impresa, anche se esercitata non abitualmente, con tassazione ordinaria e formalità diverse.
Gli intermediari professionali – le famose piattaforme internazionali che agevolano i contratti come Airbnb– se intervengono anche nell’incasso del corrispettivo (il cliente paga all’intermediario che versa al proprietario il netto) sono tenuti e corresponsabili dell’effettuazione della ritenuta fiscale.
E’ intervenuto anche il Ministero del Turismo che ha sottolineato come le unità che vengono affittate con il regime dell’affitto breve devono essere a norma per quanto riguarda la sicurezza e quindi dotate di rilevatore di fumi e di estintori antincendio di adeguate dimensioni.
Gli immobili che vengono messi sul mercato debbono essere identificati con il codice “CIN” e spesso addirittura con due codici, quello nazionale e quello regionale, per la verifica del mercato e della concorrenza.
Il passo successivo sarà la necessità di certificare che, anche in caso di affitti brevi, gli impianti elettrico o gas, sono e rimangono a norma, anche se sappiamo che spesso i turisti provocano danni anche agli immobili (corto circuito o simili).
Quella che appariva come una profittevole scorciatoia per produrre reddito, e generalmente all’insaputa del Fisco, si sta mano a mano rivelando come un percorso ad ostacoli in cui un certo reddito è legato ad una serie di adempimenti e formalità quasi da impresa.
Pensiamo alle località turistiche montane dove la pratica del “B&B” era largamente diffusa e che ora devono fare i conti con una serie di complessità burocratiche certamente impreviste all’inizio dell’avventura.
Forse la via maestra dell’impresa turistica adeguatamente strutturata e professionale è preferibile rispetto a tante scorciatoie che avevano illuso ma che ora scontano un effetto boomerang.
Gazzetta Tributaria 129, 12/09/2024
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