NON PAGO IRPEF MA NON SONO EVASORE! (Gazzetta Tributaria n. 70/2025)

NON PAGO IRPEF MA NON SONO EVASORE! (Gazzetta Tributaria n. 70/2025)

70 – Il MEF ha presentato le statistiche dei redditi dichiarati per l’anno 2023

 

Ogni anno nel mese di aprile il Ministero delle Finanze presenta le statistiche dei redditi denunciati nelle dichiarazioni presentate l’anno precedente, e quindi riferite a due anni prima (nel 2024 è stata presentata la dichiarazione dei redditi prodotti l’anno prima; i dati pubblicati ora si riferiscono quindi ai redditi 2023).

Tra i vari commenti che compaiono sui quotidiani (una volta che abbiamo presente che si tratta di statistiche medie, e come tali non rappresentano analiticamente la realtà!) l’attenzione è stata attratta dall’analisi e confronto, apparso sul Corriere della Sera del 17 aprile 2025, sui i redditi di due comuni del Trentino, e sulle spiegazioni che sono state rese dai rispettivi sindaci.

Finalmente un po’ di chiarezza senza nascondersi dietro presunte o vere difficoltà sia di lavoro che dichiarative.

Il sindaco di Dambel (indicato come il paese di minor reddito del Trentino), candidamente afferma “ Le statistiche non sono rappresentative della realtà, questo è un paese sostanzialmente di agricoltori, senza neppure un’azienda, e il reddito esiguo deriva dal regime fiscale agevolato dell’agricoltura!”

E ancora: la classifica deriva dall’iniquità dell’IRPEF che l’agricoltura non paga!

Finalmente vediamo espressamente riportata quella che è una delle anomalie italiane, che generalmente viene sottaciuta: il reddito agricolo (e in parte anche di allevamento) sostanzialmente non viene dichiarato (legittimamente) e non paga imposte!

La tassazione del reddito agricolo (che deriva dalla vendita dei prodotti del fondo, eventualmente previa lavorazione e trasformazione, si pensi alla passata di pomodoro prodotta dall’agricoltore) non ha riferimento diretto con i ricavi, ma deriva dall’applicazione di determinati coefficienti che tengono conto della qualità del fondo e del tipo di coltura che viene sviluppata.

Mediamente l’imponibile di un fondo agricolo ben gestito e fortemente produttivo può essere pari a 1/50 (un cinquantesimo) dell’effettivo ricavo!

Se poi fosse possibile coltivare un fondo a tartufi bianchi sarebbe una rendita fantasmagorica, esentasse, perché l’imponibile sarebbe il reddito agrario di un prato!

Il sindaco di Dambel sopra citato candidamente ha detto: “non è vero che siamo i più poveri del Trentino, ma i miei cittadini sono tutti agricoltori e quindi non hanno reddito!” intendendo che la tassazione del reddito agrario consente una sorta di “evasione legalizzata”.

L’assurdo è che un paese di agricoltori attivi ha redditi irrisori, e quindi precipita nelle classifiche nazionali; quando questi smettono di lavorare perché è giunta l’età della pensione le statistiche segnano una crescita (nominale) del reddito della comunità, perché la pensione viene tassata sull’importo erogato, e non sulla base di coefficienti di grande riduzione: un paese di agricoltori attivi è più povero, secondo le statistiche fiscali, dello stesso paese popolato solo da pensionati, mentre sappiamo bene che il reddito effettivo (non l’imponibile) dell’agricoltore è ben maggiore dell’importo della pensione.

Dobbiamo rendere merito al sindaco di Dambel (TN) che ha avuto la sincerità di sottolineare questa agevolazione. Importante, che viene in genere sottaciuta, secondo la tipica ritrosia della gente di campagna; e la prossima volta segnaleremo l’agevolazione fiscale sul reddito da allevamento di animali!

Anche non pagando l’IRPEF si può non essere evasori!

 

 

Gazzetta Tributaria 70, 18/04/2025

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