20 Dic COME È DIFFICILE FORMULARE NORME ORGANICHE! (Gazzetta Tributaria n.173/2024)
173 – Ritorna l’ipotesi di un organo di controllo che riferisca al MEF in caso di contributi pubblici alla società.
La bozza di legge di bilancio 2025 sembra riproporre il principio che il Ministero delle Finanze vorrebbe tenere sotto controllo i conti delle società che ricevono contributi pubblici.
Nella prima formulazione dell’attuazione di questo intento era stato previsto l’obbligo di integrare l’organo di controllo delle società che avessero ricevuto un contributo “pubblico” di almeno €100.000, con un sindaco di nomina ministeriale e la previsione era stata soggetta a feroci critiche da tutti gli operatori economici e gli esponenti delle professioni.
Ora si torna alla carica con una previsione più attenuata, ma sempre complicata: sembra che gli organi di controllo di società che riceveranno un contributo significativo a carico dello Stato dovranno verificare specificamente l’utilizzo di tale contributo e riferirne al MEF.
La norma dovrebbe entrare in vigore a partire dall’esercizio 2025, lasciando nel limbo i contributi precedenti.
La specificazione, che potrebbe riguardare una platea di decine di migliaia di società ed enti, è contenuta in un comma della legge di bilancio 2025, e quindi saranno i successivi decreti attuativi a stabilirne l’effettiva portata; intanto emergono i primi dubbi e le richieste di chiarimenti.
Da un lato vi sono, specialmente tra le s.r.l. ma anche nel mondo degli enti commerciali, moltissime entità che non sono obbligate, per mancato superamento dei vincoli quantitativi, all’istituzione di un organo di controllo: queste società “esenti” non comunicheranno al Ministero l’utilizzo del fondo? – Difficile!
Chi legge la GAZZETTA TRIBUTARIA conosce la nostra avversione per le dimensioni imprecise: la mancanza di specifiche quantitativamente esatte può condurre ad arbitri e divergenze: ma allora quando un aiuto di Sato è significativo?
Molte società regolarmente funzionanti e che hanno beneficiato di aiuti di Stato hanno un organo di controllo che potrebbe non gradire di assumere la responsabilità di dover svolgere nuove attività e riferire al Ministero sull’utilizzo dei fondi, dato che questo compito non era esistente al momento della nomina: vi sarà allora la necessità di sostituire l’organo di controllo, con lungaggini e costi relativi.
Pensiamo al mondo del famigerato Super Bonus 110% che ha sconvolto l’economia degli ultimi anni; chiedere ora alle società che hanno effettuato i lavori finanziati la verifica dell’utilizzo delle somme è sicuramente utile, ma sembra tanto la famosa chiusura della stalla quando buoi, caprette e conigli sono tutti scappati!
Sarebbe molto meglio fare una legge organica in tal senso, e non affidare tutta la materia ad un emendamento alla legge finanziaria, che non è stato neppure attentamente vagliato dati i tempi ristretti di approvazione dell’intero provvedimento, ma sembra che il nostro legislatore privilegi percorsi tortuosi e deleghe ai decreti attuativi.
Poi non ci si lamenti della crescita del contenzioso che cittadini scontenti propongono ai giudici!
Gazzetta Tributaria 173, 21/12/2024
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