27 Nov NOVITA’ E TRADIZIONE: PAGARE LE TASSE È SEMPRE PIU’ COMPLESSO (Gazzetta Tributaria n.160/2024)
160 – Questo fine novembre 2024 si presenta straordinariamente confuso per i contribuenti che vorrebbero essere puntuali.
Pagare le tasse è sempre un “fastidio”, come tutte le circostanze che comportano un esborso; quest’anno diviene oltremodo incerto e confuso, il che aggiunge disagio ad un momento già qualificato come scomodo!
La fine di novembre vede l’obbligo di versamento del secondo acconto delle imposte dirette e IVA, e l’imminenza delle festività natalizie (e delle relative spese!) normalmente impone una maggiore dose di precisione nella determinazione degli importi dovuti.
Ma la fine di novembre 2024 sarà ricordata per la concomitanza di circostanze fiscalmente diverse ma convergenti verso l’incertezza più ampia, e quindi verso la situazione più sgradita di imprecisione.
Da un lato sembra che il Governo rischi una parte della propria stabilità sul tentativo di ridurre il canone televisivo, che formalmente è una tassa di possesso dell’apparecchio (!) ma che, tutto sommato, incide per circa 5 (cinque) euro al mese per famiglia; dall’altro lato abbiamo assistito al balletto sul Concordato Preventivo Biennale, la cui adozione può influenzare la misura dell’acconto, che doveva scadere al 31 ottobre; il viceministro Leo proclamò l’indifferibilità del termine; puntualmente un successivo decreto legge ha riaperto i termini per l’adesione fino al 12 dicembre; vi sono voci che riferiscono che questo decreto legge non sarà convertito ma che la proroga del Concordato Preventivo Biennale sarà inserita nella Finanziaria che però sarà approvata non prima di fine dicembre; nel frattempo sono variati i parametri per accedere (o meno) alla definizione.
In queste circostanze prendere una decisione è veramente arduo, altro che una cosa bellissima! (v. Gazzetta Tributaria n. 123/2024)
Intanto si valuta il rispetto delle norme in vigore, ed ecco una sorpresa: la scadenza del 30 novembre, per pagamenti, rateizzazioni e simili scivola fino al 9 dicembre, perché il 30 novembre è sabato, quindi d’ufficio il termine si sposta al 2 dicembre; vi è il periodo di tolleranza di 5 giorni per i pagamenti di cartelle e rateizzazioni, ma così giungiamo di nuovo ad un sabato (7 dicembre) e quindi il pagamento fino a lunedì 9 dicembre è valido!
Ma quali pagamenti?
Tutti i provvedimenti sino ad ora assunti non hanno inciso in modo consistente nei confronti del “monte crediti fiscali” rappresentati da circa 1.200 miliardi di euro di ruoli pressoché inesigibili; ecco che torna la proposta, avanzata da ambienti ministeriali, di una nuova rottamazione di cartelle riguardante carichi affidati alla riscossione nel 2022/2023 (e facilmente anche la riapertura dei termini delle precedenti! Rottamazioni eventualmente decadute) per cercare sia di riscuotere qualche importo sia per demolire quella massa fino ad ora inscalfibile.
A rendere più incerta la situazione si è anche adoperato il c.d. “BONUS NATALE” di cento euro che spetta a molti dipendenti: sono già tre diverse le interpretazioni sulla rilevanza o meno di figli a carico e rapporti familiari; questo “bonus” deve essere pagato con la 13° e quindi impatta con le dimensioni fiscali di fine anno, ma l’unica certezza è …. la nebbia interpretativa!
E pensare che nel 2000 (forse auspicio per un nuovo millennio, ma che è rimasto inascoltato!) lo Statuto del Contribuente dedicava specifiche norme alla chiarezza e interpretazione degli atti ed alla certezza delle norme: è passato un quarto di secolo ma non si vede ancora la strada!
Gazzetta Tributaria 160, 27/11/2024
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