LA GIUNGLA DELL’ IMU (Gazzetta Tributaria n.135/2024)

LA GIUNGLA DELL’ IMU (Gazzetta Tributaria n.135/2024)

135 – Un decreto del Ministero dell’Economia e Finanze limita (!) le facoltà di comportamento autonomo dei Comuni in materia di IMU.

 

L’IMU è forse la maggiore delle imposte locali che vengono direttamente applicate e gestite dai Comuni; questo vuol dire che sino a pochi giorni fa ogni Comune era “libero” di stabilire riduzioni e trattamenti differenziati a seconda che un certo fabbricato fosse utilizzato in un certo modo o simili; si verificava la situazione, certamente stravagante, che immobili simili, magari a pochi metri dal confine comunale, dovessero scontare imposte profondamente differenti perché i due Comuni di appartenenza avevano deliberato diverse riduzioni, rispetto all’aliquota unica nazionale del 7,6/000, a seconda delle circostanze.

Alcuni studiosi hanno calcolato che in Italia (circa 8mila comuni) vi erano circa quattromila diverse situazioni di imponibilità IMU (se quasi fosse una cifra esagerata anche solo un decimo di tale varietà rasenta la follia!).

Conscio di tale confusione il MEF è intervenuto con il decreto 6 settembre 2024, pubblicato il 23 settembre 2024, cercando di mettere ordine nella caotica situazione.

Anche il Vice Ministro Maurizio Leo, però ha dovuto prendere atto di una situazione che rasenta il delirio e con il decreto citato, a sua firma, ha ridotto a 128 (!) il numero delle fattispecie che possono autorizzare un Comune a consentire diversi trattamenti tributari ai fini IMU per gli immobili del proprio territorio.

Con una delibera che dovrà essere assunta dal Consiglio Comunale entro il 31/12/2024 i Comuni potranno ipotizzare varie forme di riduzione (l’aliquota non può superare la misura unica nazionale del 7,6 per mille) solo se le fattispecie riscontrate rientrano in una delle caselle elencate nel decreto citato.

Tenuto conto che, comunque, le caselle (situazioni che giustificano una deroga) sono 128 la “babele fiscale” anche se ridotta rischia di continuare, perché immobili simili potranno scontare un’imposta differente.

Ragionevolmente appare difficile che grandi Comuni, come le città metropolitane, con migliaia di immobili, riescano a fare la mappatura delle zone per determinare le caselle di appartenenza e quindi deliberare l’eventuale riduzione IMU, e attraverso questa omissione di deliberazione si rischi di assistere ad una generale lievitazione del gettito (i singoli immobili saranno esclusi dalle riduzioni e portati tutti all’aliquota nazionale!).

Anche la Svizzera, che con il sistema fiscale ripartito sulle imposte Federali, cantonali e comunali presenta una pluralità di situazioni, appare dilettante rispetto alla complessità delle imposte locali italiane, e anche se le fattispecie IMU scendono da alcune migliaia a 128 siamo sempre in presenza della proliferazione patologica delle imposte!

Il contribuente, e il loro consulente, deve cercare di mantenere una serenità in mezzo a questa confusione; per altro la “Torre di Babele“ di biblica memoria ha portato alla nascita delle nazioni e delle lingue diverse: che volete che sia una semplice imposta locale!

 

Gazzetta Tributaria 135, 25/09/2024

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