RICORDANDO PINOCCHIO (E IL GATTO E LA VOLPE!) (Gazzetta Tributaria n.133/2024)

RICORDANDO PINOCCHIO (E IL GATTO E LA VOLPE!) (Gazzetta Tributaria n.133/2024)

133 – Una recentissima pronuncia della Suprema Corte riporta il problema della responsabilità del contribuente …”distratto”.

 

 Nel panorama variegato dei professionisti fiscali vi sono esempi di cristallino comportamento deontologico e, all’opposto, di predilezione per le “scorciatoie” che direttamente riguardano la posizione del cliente.

Questa considerazione viene spontanea esaminando l’ordinanza n.25158 del 19 settembre 2024 della Corte di Cassazione che si occupa di una situazione purtroppo non così insolita.

Un contribuente viene raggiunto da un avviso di accertamento (relativo al 2003!) in quanto per detto anno non risulta presentata la dichiarazione dei redditi e quindi non risulta alcun versamento, neppure per IVA.

Il contribuente si difende affermando che la colpa dell’omissione era esclusivamente del consulente infedele che era stato anche penalmente denunciato e chiede l’esclusione da sanzioni, per altro pesanti, stante la sua posizione di vittima.

I due gradi del giudizio di merito si sono conclusi con l’esclusione da sanzioni a carico del contribuente in quanto incolpevole dell’omissione del consulente, per altro denunciato.

Ricorre in Cassazione l’Agenzia per sentire convalidare la propria tesi sulla applicabilità delle sanzioni per omessa dichiarazione anche al contribuente, dato che vi è stato un comportamento di colpevole noncuranza parte di questi.

La Cassazione, con la pronuncia in commento afferma che non basta la denuncia penale, postuma, per escludere la responsabilità del contribuente per non avere usato dell’ordinaria diligenza nel verificare il comportamento del professionista, per esempio facendosi consegnare le ricevute telematiche dell’avvenuta presentazione o dimostrando la falsificazione dei Mod. F24 in caso di omesso versamento e pertanto cassa le pronunce favorevoli dei gradi di merito rinviando per la valutazione del comportamento alla Corte Regionale.

Appare effettivamente insolito che un contribuente non firmi dichiarazioni, non versi imposte e poi sostenga che lui non ne sapeva nulla, che è stata tutta colpa del Commercialista e anche lo denunci!

Vi sarebbe stato il tempo, e la facoltà di presentare dichiarazioni integrative e superare, anche con sanzioni ridotte, l’eventuale omissione, ma invece non è stato fatto nulla, nonostante vi fossero stati anche avvisi bonari.

In quel testo fondamentale per l’infanzia di tutti ma anche per lo studio della società che è “Le avventure di Pinocchio” vi sono il Gatto e la Volpe che propongono strabilianti “investimenti” delle monete d’oro, e anche nella fiaba viene sottolineato come la colpa sia anche di chi ci casca!

Sicuramente vi sono, purtroppo, professionisti infedeli, ma anche tanti creduloni, o finti tali, che non applicano alcuna diligenza per la verifica dei propri interessi, oppure ci provano(!), e giustamente la Cassazione addebita anche al cliente la colpa dell’omissione almeno dell’ordinaria diligenza.

Aveva ragione Collodi, il “campo dei miracoli” non esiste!

 

Gazzetta Tributaria 133, 23/09/2024

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