08 Ago DECRETO OMNIBUS – OPPURE LA STORIA INFINITA (Gazzetta Tributaria n.119/2024)
119 – Il nuovo decreto legge di agosto ripete uno scenario di grande confusione.
Oramai sembra un appuntamento rituale, ma ancora una volta in pieno mese di agosto abbiamo un decreto legge dal contenuto eterogeneo che propone rinvii, modifiche dell’ultima ora e elargizioni varie.
Il c.d. decreto “OMNIBUS” del 7 agosto offre una panoramica non più sorprendente delle incertezze di alcuni ambiti dei legislatori.
Aiuti alle emergenze, aiuti allo sporto dilettantistico e uno sguardo al fisco!
Come primo commento ci soffermiamo principalmente sul rinvio del termine per usufruire della c.d. rivalutazione agevolata di terreni e partecipazioni, un refrain che mostra la corda.
Ripercorriamo brevemente il panorama che si presenta:
Nel 2001 ci si rese conto che la quantificazione delle plusvalenze che il privato poteva realizzare vendendo terreni, magari ereditati, e partecipazioni a volte non rispettavano la realtà economica ma erano solamente o principalmente determinati dall’inflazione, e quindi viene ideata una possibilità di “affrancare” determinati valori pagando un’imposta sostitutiva più leggera dell’aliquota ordinaria.
La procedura richiedeva una apposita perizia e un versamento, anche rateale, dell’imposta sostitutiva che inizialmente aveva dimensioni accettabili,4%, ma ora è quadruplicata.
Sono passati quasi 25 anni (un quarto di secolo!) e l’istituto della rivalutazione di terreni e partecipazioni è tutt’ora operante, ma con differenze che ne hanno mutato l’appeal.
Anche il decreto omnibus dedica una norma alla rivalutazione, estendendo il termine per godere dell’affrancamento al 30 novembre 2024 (è un sabato, e quindi si andrà al 2 dicembre – quando il legislatore si occupa del calendario è spesso distratto!).
Questo vuol dire che il termine per la redazione della perizia di definizione del valore attuale del bene da rivalutare è fissato a fine novembre mentre però il bene deve essere detenuto al 31 dicembre 2023.
Magari ci si è dimenticati che la precedente norma sulla rivalutazione poneva il termine per la perizia al 30 giugno 2024, e quindi una “proroga” quasi un mese e mezzo dopo la scadenza appare quanto meno “impropria!
Ma dato che stiamo riferendo di una storia infinita (devono esserci grandi estimatori del libro di Ende) se non ci sono vincoli di tempo anche le singole date hanno minor peso, e accettiamo la proroga agostana di un termine ultra scaduto con un sorriso.
Ricordiamo che, tranne per casi particolari, la rivalutazione ha diminuito il suo appeal perché l’imposta sostitutiva si applica all’intero valore del bene, mentre la plusvalenza si determina sempre con una differenza tra costo storico e ricavo: con un’imposta sostitutiva importante (16%) la convenienza della rivalutazione è marginale.
Ma la storia infinita si ripete sempre, e non possiamo che assistere il suo ritorno, sia pure a bordo di un omnibus e non di un treno veloce!
Gazzetta Tributaria 119, 08/08/2024
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