10 Lug MICIO MICIO BAU BAU (II APPROCCIO) (Gazzetta Tributaria n.97/2024)
97 – Qualche considerazione sulla valenza fiscale del compagno a quattro zampe.
Come i lettori della Gazzetta ben sanno, perché contribuenti o operatori della galassia fiscale, maggio – luglio è il periodo delle dichiarazioni dei redditi, e quindi anche della frenetica ricerca delle pezze di appoggio per le spese deducibili, per la quantificazione degli oneri detraibili, per le valutazioni se inserire o no quel certo elemento; chi scrive è un addetto ai lavori che iniziò ai tempi della dichiarazione “Vanoni” e quindi ne ha viste tante ma ancora riesce a stupirsi di fronte a certe forzature!
Le dimensioni monetarie, complice l’inflazione e le diverse condizioni di vita sono ben cambiate da decine di anni fa, ma certi elementi fiscali non hanno seguito la dinamica inflazionistica e oggi appaiono anacronistici.
Si pensi, ad esempio, alle indennità di trasferta all’estero, che sono tassate per la parte che eccede 77 euro al giorno: con tale importo il dipendente dovrebbe pagarsi vitto e alloggio fuori dai nostri confini!
Forse lo stesso scollamento dalla realtà riguarda la rilevanza fiscale delle spese per prestazioni veterinarie per i nostri piccoli amici pelosi.
È ammessa la detrazione per le spese sanitarie veterinarie che superano nell’anno i 130 euro (per la precisione 129,11, ma l’importo frazionario dipende dalla conversione delle vecchie 250.000 lire in euro, mai arrotondate!) e con il limite massimo di rilevanza di 550 euro; queste spese devono essere per visite, prescrizioni e interventi, e non rilevano quelle di mangimi e diete.
Naturalmente l’onere per la salute di Fido (o Micio) è un “onere detraibile al 19%” così come per i farmaci umani o le spese mediche che però non hanno un tetto massimo.
Quindi il beneficio fiscale massimo è pari a € 550 – 129.11 x19%= € 79; come ben sanno i proprietari di animali di compagnia il limite di 550 euro di spese annue è facilmente raggiungibile, per cui si può affermare che la detrazione per spese veterinarie è generalmente di € 79.
È stato previsto un apposito spazio nella dichiarazione dei redditi per evidenziare queste spese (quadro RP righe 8/13); devono essere conservati i giustificativi della spesa sostenuta, e magari si debbono fotocopiare tutti gli scontrini del farmacista perché la carta chimica dopo qualche anno scompare; il nostro commercialista deve verificare e inserire la spesa sanitaria e se facesse corretti calcoli di utilizzo e remunerazione del tempo probabilmente pretenderebbe un compenso superiore al risparmio!
Ma vale la pena?
Certamente ogni importo di risparmio merita considerazione, ma forse una corretta valutazione globale costi/benefici farebbe sorgere qualche dubbio.
Anche perché se vi è una posta di detrazione nella dichiarazione questa deve essere controllata dall’Agenzia ex art.36bis/600, non solo con il riscontro con il sistema della spesa sanitaria, ma potrebbero essere richiesti i documenti di appoggio per la salute di Micio, il primo a ridere, con la normale aria di sufficienza dei felini, di questo arrabattarsi degli umani che svolgono attività spesso per lui incomprensibili (e non solo per lui!)
Abbiamo ripreso il titolo di qualche anno fa (Gazzetta Tributaria n.20 anno 2019), non solo perché appare simpatico, ma anche per amabilmente prendere in giro il legislatore che a volte perde, o non riprende, il contatto con la realtà!
Gazzetta Tributaria 97, 10/07/2024
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