ESTATE, TEMPO DI BILANCI E SI AFFACCIA ANCHE LA CORTE DEI CONTI (Gazzetta Tributaria n.88/2024)

ESTATE, TEMPO DI BILANCI E SI AFFACCIA ANCHE LA CORTE DEI CONTI (Gazzetta Tributaria n.88/2024)

88 – I Magistrati Contabili valutano il comportamento dei cittadini, e della macchina statale, nella attività di gestione e riscossione dei tributi.

 

Entro giugno di ogni anno la Corte dei Conti presenta al Parlamento una relazione sul Rendiconto Generale dello Stato, e quella per l’anno 2023 è stata diffusa il 27 giugno 2024.

Nell’imponente documento (sono migliaia di pagine e tabelle) riteniamo meritino l’attenzione almeno un paio di indicazioni.

Da un lato si sottolinea il ruolo determinante nella presentazione delle dichiarazioni fiscali, e nella preparazione dei presupposti non solo contabili, degli intermediari (dottori commercialisti in primis) perché, come recita la Corte “Il ricorso da parte dei contribuenti al supporto degli intermediari pare dovuto……. soprattutto alla complessità sostanziale dell’ordinamento tributario e al persistente timore di commettere errori e di doverne pagare le conseguenze”

Anche la Gazzetta Tributaria, nel suo piccolo, ribadisce con insistenza che un sistema tributario complicato rende difficile l’adempimento, e forse la Riforma Tributaria 2024 potrà portare qualche miglioramento, ma viene confermato, in attesa di una vera semplificazione, il ruolo fondamentale degli intermediari abilitati (che sono solo quelli iscritti all’Albo!).

Notiamo che le entrate complessive tributarie dell’Erario assommano a oltre 700miliardi di euro, e di questi circa il 10% deriva da accertamenti e rettifiche; contemporaneamente sono in forte crescita anche le posizioni contenziose, dopo la sostanziale stasi degli scorsi anni, dovuta alla crisi pandemica ed i provvedimenti eccezionali di definizione e rottamazione.

La Corte dei Conti rileva come vi sia una diffusa tendenza a soddisfare l’obbligo dichiarativo ma non versare le imposte indicate: i successivi ruoli automatici ex art.36bis/600 presentano un ammontare di riscossione pari solo al 20% di quanto dovuto, premiando di fatto il comportamento evasivo.

Forse dovrebbe essere rivisto il meccanismo della riscossione, perché oggi appare confuso e di scarsa efficienza (vedasi anche la Gazzetta Tributaria di ieri n. 87/2024), ma tale comportamento del contribuente sembra simile a quello dello struzzo (il vecchio detto popolare, certamente grezzo, recita “meglio avere un morto in casa che l’esattore all’uscio!)

L’altro dato rilevante, estrapolato dalla moltitudine di elaborazione e dettagli prodotti, riguarda i soggetti alle pagelle fiscali (ISA) che dovrebbero dare la soglia di pericolosità fiscale; anche coloro che presentano dati insufficienti rischiano per almeno il 95% dei casi di non essere verificati, dato che difficilmente l’Agenzia esegue il 4% delle verifiche stimate.

Allora viene da pensare che vi sia qualche cosa di sbagliato: o nel peso dei singoli elementi della “pagella” (possibile che siano tutti cattivi?) o sull’indirizzo generale delle verifiche: meglio a pioggia, ma rarefatte o dedicate ad una singola categoria a rotazione?

L’esperienza professionale di chi scrive dimostra che vi sono settori di attività particolarmente sottoposti ad indagini dal Fisco (per tutti i consulenti finanziari) ed altri (per esempio il commercio al minuto) quasi trascurati, nonostante sia palese che il consulente finanziario ha come “cliente” un ente super controllato (Banca o Finanziaria) mentre il Bottegaio vende ancora molto a contanti con scarsi riscontri e quindi ben maggiore pericolosità.

Sarà ancora una lunga strada da percorrere!

 

Gazzetta Tributaria 88, 28/06/2024

 

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