IL BALLETTO DELLE DATE: UN AVVIO DIFFICOLTOSO DELLA RIFORMA TRIBUTARIA. (Gazzetta Tributaria n.42/2024)

IL BALLETTO DELLE DATE: UN AVVIO DIFFICOLTOSO DELLA RIFORMA TRIBUTARIA. (Gazzetta Tributaria n.42/2024)

42 – In questi primi mesi del 2024 assistiamo al balletto sia delle proroghe ex COVID per gli accertamenti che delle scadenze delle rottamazioni e dei ravvedimenti speciali; una confusione di cattivo auspicio!

 

Come abbiamo più volte sottolineato e come lo stesso Statuto dei Diritti del Contribuente enfatizza una delle necessità più avvertite dal cittadino è la certezza sulle scadenze dei termini.

Invece stiamo assistendo ad una variabilità di tali momenti fondamentali che suscitano perplessità.

Cominciamo dal pasticcio del contradditorio obbligatorio prima dell’accertamento, che pur dovendo essere applicato da gennaio viene differito almeno a fine aprile da un atto di indirizzo del 29 febbraio, un vero e proprio colpo di mano non previsto. (Gazzetta Tributaria n.39/2024).

Viene ribadito che l’Agenzia non ama il principio di dialogare anticipatamente con il contribuente, invece che obbligarlo a replicare da un atto già formato ed esecutivo.

Sia pure limitatamente al 2024 ultimamente la stampa specializzata si è soffermata sull’applicabilità dilatata della proroga dei termini di 85 giorni dettata dalle norme emergenziali COVID per l’anno 2020, con rinvio quindi della scadenza per l’accertamento dal 31/12/2023 a fine marzo 2024. Molti uffici hanno inteso la proroga applicabile a tutte le annualità seguenti al 2020, con necessità per il contribuente di difendersi da atti che sono stati notificati oltre il termine di scadenza, mentre le istruzioni del MEF che confermano la limitata validità della proroga emergenziale sono giunte sostanzialmente in ritardo sulla scadenza dell’85simo giorno successivo.

Infine la stampa generale ricorda che i termini per il ravvedimento oneroso speciale, che riguarda in primis l’anno 2022 sono dilatati dal 31 marzo al 31 maggio 2024, con la relativa possibilità di sanzioni ridotte, ma tale proposta è contenuta solo in un disegno di legge all’esame del parlamento e non già in una norma operativa.

Intanto cresce la confusione su termini operativi e proposte di variazione di scadenze, mentre la speranza di una certezza “granitica” sui ritmi dei rapporti con l’Agenzia rimane una chimera, l’Araba Fenice “che vi sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa!”

Invece abbiamo bisogno di trovarla!

 

Gazzetta Tributaria 42, 29/03/2024

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