06 Feb ROTTAMAZIONE CARTELLE: DOV’ E’ L’ ERRORE? (Gazzetta Tributaria n.20/2024)
20 – All’ inizio dell’anno della riforma tributaria il viceministro Maurizio Leo lancia un nuovo grido di allarme.
Forse qualche lettore affezionato ricorda che più volte, anche solo nell’ultimo anno, abbiamo affrontato il tema dell’ingente massa di crediti, quanto meno deteriorati, in carico all’Agenzia Riscossione per una problematica esazione (GAZZETTA TRIBUTARIA n. 5, 43, 73 e 99 per ricordare l’ultimo anno).
Per una valutazione più raffinata ricordiamo che i dati sommari che vengono citati riguardano solo le partite tributarie, ma alla riscossione si affidano anche i crediti INPS, INAIL, i contributi a consorzi e simili; quindi la massa di cartelle e gli importi complessivi sono anche maggiori.
Gli ultimi due anni sono stati contrassegnati, tra l’altro, da ROTTAMAZIONE CARTELLE; SALDO E STRALCIO; ANNULLAMENTO AUTOMATICO DELLE PARTITE MINORI e forse vi è qualche altro provvedimento non citato.
Si credeva, quindi, che questi interventi di falcidia legale che in certi casi hanno veramente ridotto a dimensioni limitatissime le originarie partite, avessero inciso pesantemente sulla massa del c.d. “magazzino Cartelle”.
Sorprendentemente pochi giorni fa il Viceministro Maurizio Leo ha rinnovato il grido di allarme, segnalando che il totale dei crediti tributari in carico alla Riscossione vale 1.206 miliardi di euro.
Se si ha la pazienza di ripercorrere le varie tappe ricordate dei nostri commenti, dobbiamo concludere che in un anno, dopo i provvedimenti di sanatoria citati, il totale della massa di crediti tributari non riscossi è cresciuto da mille a mille duecento miliardi.
Non si può che concludere che nel meccanismo della riscossione delle imposte vi è qualche cosa di arrugginito, dato che pur con tutte le attenzioni del legislatore e dell’Agenzia non si riesce a scalfire questo “moloch” che incombe sull’economia.
Forse il precedente regime delle Esattorie, affidate anche a privati non era un capolavoro di trasparenza, ma dava certamente risultati più incisivi; forse è necessario, sia pure in termini di intervento straordinario, attribuire ai dirigenti della Riscossione il potere di una “transazione” diretta con il debitore, ma è impossibile pensare di procedere con un sistema che non riesce, neppure con provvedimenti di stralcio straordinari, a ridimensionarsi.
Nella presentazione dei risultati 2023 dell’Agenzia delle Entrate, avvenuta il 5 febbraio 2024, solo l’ultima pagina è riservata alla c.d. “tregua fiscale” e quasi sommessamente viene ricordato che nell’anno 2023 il provvedimento ha interessato più di 26 milioni e mezzo di cartelle, ma che ha portato nell’anno ad un incasso di soli 6,8milardi.
Pur con tutte le cautele e le limitazioni di un provvedimento che dovrebbe avviarsi, siamo davanti alla riscossione dello 0,5% del valore nominale del monte cartelle!
Non dimentichiamo che il pagamento delle imposte è un dovere costituzionale, e gestire una simile massa di arretrati può ostacolare qualunque prospettiva di crescita e sviluppo.
Ma, se come indicavamo in un precedente intervento, “PIOVONO CARTELLE” non vorremmo soccombere sotto L’INDIGESTIONE DI CARTELLE (ricordando le polpette del titolo del film)!
Gazzetta Tributaria 20, 06/02/2024
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