30 Nov AVANTI AL PASSATO! (Gazzetta Tributaria n.132/2023)
132 – Gli sforzi per l’ammodernamento della Pubblica Amministrazione vengono a volte frenati da ostacoli burocratici.
L’inversione del titolo, che si vuole richiamare alla serie di grande successo degli anni ’90 “Ritorno al Futuro” è stata provocata da sorprendenti e sconcertanti segnali di frenata nell’ammodernamento della Pubblica Amministrazione, e quindi anche nella qualità del servizio prestato dai professionisti che da un lato debbono inseguire le norme, a volte non lineari, e dall’altro trovano inspiegabili ostacoli e chiusure.
Lo spunto è dato dall’avere ricevuto, con atto in possesso del vostro redattore, che normalmente si occupa di contenzioso tributario, da una Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado, un avviso di trattazione che fa un salto indietro di anni!
Un breve escursus temporale: nel 2011 il legislatore previde l’instaurazione del processo tributario telematico; alla fine del 2013 venne approvato il regolamento generale di attuazione; successivi decreti ministeriali hanno regolato la materia sino al decreto del novembre 2020 che, tra l’altro ha stabilito l’obbligo del processo digitale dal 2021 in tutta Italia.
Al più tardi la legge 130 del 2022, confermando la struttura del nuovo processo telematico, ha ribadito l’alternativa della facoltà di procedere all’udienza o di presenza o da remoto nello svolgimento del processo tributario.
Tutti gli studi professionali e le Agenzie delle Entrate sono attrezzati con apparati informatici (per altro basta un P.C. da poche centinaia di euro e una connessione!) per poter dialogare telematicamente con le Corti di Giustizia secondo il dettato della legge.
Non è ora il caso di difendere o evitare il processo da remoto; dato che la legge consente alle parti di scegliere se comparire personalmente davanti al Corte di Giustizia o utilizzare il collegamento informatico anche la preferenza per una o l’altra forma di svolgimento dell’udienza può (potrebbe) trovare soddisfazione.
Abbiamo usato il condizionale perché l’avviso ricevuto riporta testualmente l’affermazione: “Per motivi tecnici e con Provvedimento Presidenziale, questa Corte NON celebra udienze DA REMOTO”
Sembra di sentire riecheggiare il famoso discorso di un Presidente della Repubblica del 1993 che affermò: “Io non ci sto!” ma era a fronte di talune critiche politiche.
Invece la Corte Tributaria si chiama fuori da una evoluzione logica e probabilmente scontata delle attività giudiziarie, e usa il carattere maiuscolo per sottolineare la propria diversità.
Siamo veramente in presenza di un percorso verso il passato di altri tempi, con un rifiuto aprioristico di situazioni non solo imposte dalla legge, ma accolte come un momento di modernizzazione di formalità ed orpelli che possono pesare sulla somministrazione della giustizia.
Il film “Ritorno al futuro” finisce, e non potrebbe essere diversamente, con un happy end; non resta che sperare sia lo stesso anche per il processo tributario, almeno nella riforma che verrà.
Gazzetta Tributaria 132, 30/11/2023
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