17 Lug L’ARABA FENICE DELLA RIFORMA TRIBUTARIA: IL GARANTE DEL CONTRIBUENTE (Gazzetta Tributaria n.79/2023)
79 – Un istituto considerato marginale troverà forse nuovo spazio nella legge delega sulla riforma tributaria all’esame del Parlamento.
Nella Mitologia Antica, e non solo, l’Araba Fenice è lo splendido uccello (spesso sgargiante) che riemerge dalle proprie ceneri per tornare a nuova vita.
Un acuto articolo del prof. Ranucci su Il Sole 24 Ore di domenica 16 luglio 2023 richiama all’attenzione quello spazio della proposta di legge delega per la riforma tributaria che riguarda la modifica dello Statuto del Contribuente e, tra i vari argomenti, la proposta dell’istituzione di un Garante Nazionale del Contribuente.
Attualmente questa figura di garanzia è prevista a livello regionale, ma ha generalmente operato nell’ombra in quanto non dotata di poteri cogenti; inoltre le pronunce del Garante, dato che derivano da istanze di parte, non sono conosciute se non dal diretto interessato e non si può creare una sorta di massimario degli interventi dei vari Garanti.
Il sistema dei rapporti di collaborazione voluto dallo Statuto del Contribuente sia con l’istituzionalizzazione degli interpelli che con la figura del garante fino ad ora si è basato sulla spontanea adesione ad un comportamento positivo; nella proposta di modifica inserita nel disegno di delega per la riforma tributaria al nuovo Garante Nazionale viene attribuita la facoltà di proporre indicazioni vincolanti per la pubblica amministrazione.
Una critica che da più parti è stata sollevata alla legge 212/2000 sullo Statuto dei Diritti del Contribuente è quella che, non essendo una legge di rango costituzionale, non aveva sufficiente capacità incisiva; l’attribuzione al Garante Nazionale del Contribuente di poteri specifici, con l’emanazione di indicazioni vincolanti per l’Amministrazione è certamente un passo verso il sostanziale miglioramento del rapporto tra cittadino e Amministrazione Tributaria.
Nonostante le affermazioni di alcuni anni fa del ministro Padoa Schioppa (pagare le tasse è bellissimo!) l’onere tributario, come ogni onere, pur riconoscendone la necessità, è generalmente subito e non scelto, ma un regime di collaborazione con la certezza dei ruoli e delle situazioni, la reciproca comprensione (oggi quanto mai latitante) e la mitigazione delle sanzioni può rasserenare il panorama dei rapporti spesso conflittuali ( le centinaia di migliaia di controversie tributarie pendenti ne sono un esempio).
In quest’ottica una figura nazionale di garanzia, dotata di poteri vincolanti può contribuire a migliorare quel panorama di relazioni spesso attraversato da tempeste.
Anche se avremo una ripetizione dell’autoreferenzialità dell’organismo – il MEF – che nomina giudici e Garanti ma che è parte nel rapporto controverso, la speranza che la Fenice della Giustizia Tributaria riprenda il volo non cessa mai di alimentare gli auspici degli addetti ai lavori, che ricordano come oramai più di ottant’anni fa Luigi Einaudi, allora solo professore di diritto, dava alle stampe i suoi “Miti e paradossi della Giustizia Tributaria), forse il primo volo della Fenice ma testo ancora oggi fondamentale e attuale!
Gazzetta Tributaria 79, 17/07/2023
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