UN CASO DI INQUISIZIONE TRIBUTARIA ESAGERATA – MA INDOTTA DAL CONTRIBUENTE! (Gazzetta Tributaria n.63/2022)

UN CASO DI INQUISIZIONE TRIBUTARIA ESAGERATA – MA INDOTTA DAL CONTRIBUENTE! (Gazzetta Tributaria n.63/2022)

63-Una sentenza penale induce a una serie di valutazioni anche di costume.

 

E’ stata pubblicata una sentenza della Cassazione penale che deve essere valutata nel suo complesso per avvicinarsi a comprendere taluni aspetti esasperati del rapporto Fisco- Contribuente.

I fatti sconcertanti nella loro semplicità, narrano che un contribuente agricoltore ha emesso nel 2013 due fatture riscontrate per operazioni insistenti a favore di un altro soggetto per un totale di € 2.400,00 (!) con IVA 10% pari a € 240: è esatto, l’evasione per operazioni inesistenti assomma a duecentoquaranta euro!

L’emittente viene rinviato a giudizio ex art.8 D.Lgs.74 e condannato con patteggiamento ad 8 mesi di reclusione, ma la sentenza del Tribunale di Perugia che aveva pronunciato la condanna viene appellata in Cassazione dalla Procura Generale e la Cassazione, con la sentenza n.25656 del 27 maggio 2022 cassa la sentenza di Perugia perché prima del rito abbreviato non era stata pagata interamente l’imposta evasa con interessi e sanzioni.

Il Tribunale di Perugia dovrà nuovamente pronunciare la sentenza di condanna senza tenere conto del patteggiamento, con una pena certamente maggiore.

Stiamo parlando di un principio accettabile: per accedere al patteggiamento deve essere stata pagata l’imposta evasa come recita anche l’art.21 della legge IVA, che in materia di operazioni inesistenti afferma la debenza assoluta dell’imposta, ma l’insieme delle circostanze che emergono dalla sentenza sfiorano l’assurdo: le fatture per operazioni inesistenti assommano a poco più di duemila euro; l’IVA evasa vale una cena in compagnia (€240!) e non viene versata neppure per consentire il patteggiamento(!), la vicenda è in ballo da 10 anni e sarà necessario ancora un tempo significativo per concludersi.

Quando citiamo, spesso, l’art. 10 dello Statuto del Contribuente sulla collaborazione e buona fede intendiamo riferirci anche al fatto di non esagerare nei tentativi, goffi, di eludere le norme come parrebbe essere avvenuto in questo caso, a partire dall’azione iniziale di far evadere duecento euro!

Poi la Cassazione ci mette del suo ordinando un nuovo processo con pene aumentate, ma forse era stata provocata.

 

Gazzetta 63, 07/07/2022

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