22 Set IL SILENZIO DELLA GIUSTIZIA TRIBUTARIA Il periodo di black down ha rappresentato, per la giustizia tributaria, una sostanziale sospensione dell’attività per metà anno. (Gazzetta Tributaria Edizione 50/2020)
50- Il periodo di black down ha rappresentato, per la giustizia tributaria, una sostanziale sospensione dell’attività per metà anno.
Uno degli aspetti insoliti, certamente marginale rispetto alla profondità dei problemi sociali ma significativo per le parti coinvolte, della emergenza sanitaria di questo anno orribile è rappresentato dalla sostanziale sospensione dell’attività delle Commissioni Tributarie, una delle articolazioni del mondo della giustizia.
In questi giorni è stato pubblicato il bollettino trimestrale sulla Giustizia Tributaria e le risultanze sono sconcertanti: rispetto ad un anno fa nel trimestre aprile/giugno 2020 sono stati presentati circa la metà dei ricorsi e si sono definiti circa un terzo dei procedimenti rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
Questo vuol dire che alla fine di giugno 2020 il totale delle controversie pendenti avanti le Commissioni Tributarie era di oltre 356mila cause, a fronte di circa 370mila dell’anno precedente: numeri certamente impressionanti.
Anche le risultanze dei giudizi dimostrano come la funzione di rettifica ed accertamento dell’Agenzia non sia inattaccabile; le statistiche infatti dicono che anche nel secondo trimestre del 2020 le vertenze chiuse hanno visto l’Agenzia avere ragione nel 48% dei casi; vuol dire che per oltre il 50% delle controversie il contribuente ha riportato una vittoria almeno parziale.
E pensare che l’Agenzia dovrebbe muoversi solo quando è sicura delle proprie ragioni!
Per dare una dimensione economica a questo mondo spesso ignorato il valore complessivo delle controversie portate all’attenzione dei giudici tributari nel secondo trimestre è stato di quasi 1,4miliardi di euro; cifra di assoluto rispetto!.
A partire dal mese di ottobre le Commissioni contano di recuperare una parte dell’arretrato che per altro si è incrementato anche per il fatto che al giudizio tributario non è stato consentito, neppure in via facoltativa, di utilizzare la modalità di riunione e svolgimento del processo on line; è certamente un controsenso dato che il processo tributario telematico rappresenta un modello di efficienza documentale, ma non si è riusciti a trovare una modalità per far svolgere la pubblica udienza da remoto. Per altro la pubblica udienza, come insegna l’esperienza, è un momento fondamentale e insostituibile del processo tributario.
Non è difficile prevedere un 2021 incandescente per la giustizia tributaria in quanto in questi ultimi mesi riprenderanno anche le notifiche di accertamenti e cartelle, con l’inevitabile strascico di sospensioni e ricorsi.
Finirà così quel silenzio della Giustizia Tributaria che ha caratterizzato questi mesi (con l’eccezione della Cassazione che ha continuato a sfornare sentenze!), sperando quindi in una ripresa della normalità.
Gazzetta 50, 22/09/2020
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