02 Mar 5 – Tra moglie e marito… compare l’IRAP
Come viene ripetuto da anni non solo nelle riviste specializzate l’IRAP è una imposta dai confini tanto incerti da renderne particolarmente sgradevole l’applicazione.
Una recente presa di posizione della Corte di Cassazione (n.1089/2018 e precedentemente n.1136/2017) in materia è intervenuta anche nell’ambito familiare per confermare l’assoggettamento ad imposta del reddito di un avvocato che si avvaleva, senza alcuna formalità specifica, nessun contratto e nessuna istituzionalizzazione di uno studio associato, della collaborazione di altro avvocato, nel caso specifico sua moglie!
Siamo vicini alla legalizzazione dell’assurdo, in quanto da un lato viene ribadito che l’imposta colpisce solo l’incremento differenziale di reddito derivante dall’esercizio in forma autonoma organizzata di una attività professionale che si avvalga dell’apporto di terzi; dall’altro che la collaborazione non dimostrata del coniuge viene presunta in forma organizzata e in quanto tale viene ipotizzata una sorta di “associazione professionale di fatto” tra coniugi: siamo all’impresa familiare professionale!
Il prossimo passo sarà quello di ipotizzare una collaborazione anche per lo scambio delle confidenze serali e di questo passo il grande fratello fiscale diventerà una ingombrante presenza 24 ore al giorno!
Nonostante gli attacchi alla famiglia proposti dalla Cassazione, professionalmente non riteniamo che il semplice scambio di favori tra coniugi per caso anche professionisti nello stesso settore possa attrarre all’imponibilità IRAP e raccomandiamo, quindi, una attenta disamina delle opportunità di escludere l’assoggettamento ad imposta del reddito da lavoro autonomo.
Rassegna n. 5/2018
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